Omnia Vincit Amor

WhatsApp Image 2019-08-21 at 10.48.05A poco più di un anno dal mio articolo La deriva FascioStellata il governo è caduto. Non mi considero nè un politologo nè un indovino per aver previsto allora quello che è poi accaduto in questi quindici mesi. Infatti, qualsiasi persona di buon senso avrebbe potuto immaginare che il governo giallo-verde si sarebbe trasformato in un Salvini-one-man-show; ma Di Maio, evidentemente, non è tra questi.

Se si confrontano i numeri delle elezioni politiche del 2018 e quelli delle europee di tre mesi fa risulta evidente l’incoscienza dei grillini: il 33% delle preferenze raccolte dal Movimento si sono sgretolate raggiungendo quota 17%, meno ancora di quelle ottenute nel giugno 2018 dalla Lega (18%) diventate poi 34%. Salvini ringrazia e raccoglie. O meglio, è quello che avrebbe voluto fare aprendo la crisi di governo e tornando alle urne in autunno. Ma la fretta è cattiva consigliera, e chi troppo vuole alla fine nulla stringe. Ed è quì che entra in gioco il Partito Democratico.

Dopo aver raccolto il 19% nel Giugno 2018 il PD ha eletto un nuovo segretario, Zingaretti, che ha come miglior qualità quella di essere il fratello di Montalbano. Aver riguadagnato 3 punti percentuali alle Europee ha ringalluzzito il suo partito, che pur galleggiando nella più completa assenza di idee e ideali, tra una minaccia di scissione e l’altra, si ritrova ora a poter tenere il coltello dalla parte del manico. Infatti, grazie all’intraprendenza di Renzi, che segretario più non è ma parla da tale, si prospetta una possibile allenza per un governo giallo-rosso (che sarebbe stato auspicabile già quindici mesi fa). E’ necessario mettere da parte i rancori e ogni incopatibilità per arginare l’onda di rabbia che rischia di affogarci tutti.

Ma cosa ci lascia questo esecutivo? Di tutte le promesse in campagna elettorale, dei punti del contratto firmati col sangue cosa rimane? Il reddito di cittadinanza e quota 100 non hanno rilanciato l’economia. PIL ed occupazione non sono cresciuti, mentre ad aumentare è solo lo spread dell’odio. La macchina del fango sui social di Matteo Salvini ha diffuso cattiveria e rabbia, appestandoci quotidianamente con slogan e foto acchiappa like, sfruttando la frustrazione degli analfabeti funzionali che cadono nella trappola di chi col dito indica il nuovo nemico (gli immigrati), mentre con l’altra mano s’infila in tasca 49 milioni (in Rubli russi). Ed è assordante il silenzio di Giggino e Conte, che hanno contribuito a coprire ogni infame atto del Capitano verde: dall’inumanità del Decreto Sicurezza al Russiagate. Fino a ieri appunto, quando con una tardiva shit-storm il Presidente del Consiglio ha vomitato verità su un Salvini in evidente difficoltà, prima di consegnare le sue dimissioni al Capo dello Stato.

Dai banchi del Senato è poi arrivata la risposta delirante dell’ormai quasi ex Ministro degli Interni, il quale dimostra evidenti segni di megalomania: tra baci al crocifisso e citazioni dei Santi, allarga le braccia come novello Cristo che si sacrifica in nome dell’amore. Già, “Omnia vincit amor”, il buon Matteo nazionale cita il poeta latino Virgilio, nello stesso irrazionale discorso in cui ribadisce che la famiglia è composta solo da una madre e un padre. Quasi ironico, se non mi ricordassi di vivere nel 2019. Come può un omuncolo che sparge odio sfruttando i più deboli sputare con le sue parole sul concetto di amore invincibile?

Però Salvini ha davvero ragione: l’amore vince tutto. Vince la rabbia e la frustrazione. Vince il tempo e la morte. E per continuare con le frasi fatte “chi semina odio raccoglie tempesta” e come dice mia mamma:”sputa in cielo che in faccia ti arriva”. Che poi, caro Matteo, la storia ci insegna: chi chiede pieni poteri poi non fa mai una bella fine. Bacioni.

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