
Immobile terribile quiete. Pace agognata. Nel cielo alto. Tra l’oceano infinito. Goccia che cade in una vasca piena. L’orizzonte. I prati coltivati. La sommità di una collina. Silenzio ad occhi chiusi. Solitudine nell’oscurità.
Ti serve un caos da domare. Esercitare la logica, imporre raziocinio. Ordinare la stanza per riordinare la mente. E invece sei immobile. Ti senti bene, ma bene dov’è? Un posto vuoto, con pulitissimi perfetti pavimenti bianco lucido. Il tuo riflesso che ti guarda, statico. Felice. Perchè dovresti muoverti? Andare avanti, trovare nuovi stimoli, uno scopo. Cosa stai cercando ora? Una ragione per deprimerti. Una voglia nuova. Insoddisfabile. Sempre la stessa, forse. Scavare una buca sulla battigia, per vederla svuotarsi ad ogni onda. Incolmabile. Aspetti che questa quiete passi. Che la tempesta porti aria nuova. Che ti sposti, ti faccia vibrare. Per ritrovarsi. Per perdersi. Cadere ed andare in pezzi, ma essere almeno certi di essere Uno. Di Essere.
Ti distrai, come suggerisce la gente. Deve svuotare la mente. Così dice la gente. E poi riempirla, ma di cose vuote. Come se pensare di essere libero, possa essere più facile di non pensare affatto. Come se pensare di essere libero, basti per esserlo davvero. Dipingersi un sorriso, per non doverlo nemmeno più fingere. E la ruota gira… gira… Il giorno si mischia alla notte, e la notte al giorno. E tutto si confonde, si appiattisce. Come del colore che si perde in una latta di pittura bianca. E dire che basterebbe un vortice per ottenere una sfumatura nuova. Sei tu quel vortice?
Immobile terribile quiete. Pace agognata. Nel cielo alto. Tra l’oceano infinito. Goccia che cade in una vasca piena. L’orizzonte. I prati coltivati. La sommità di una collina. Silenzio ad occhi chiusi. Solitudine nell’oscurità.
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